È noto che i diabetici siano pazienti ad alto rischio per gravi complicanze; la complicanza più comune e che desta quindi maggiore preoccupazione è quella del Piede Diabetico. Il Gruppo di Studio del Piede Diabetico della SID (Società Italiana di Diabetologia) definisce il piede diabetico come “un piede con alterazioni anatomo-funzionali determinate dall’arteriopatia occlusiva periferica e/o dalla neuropatia diabetica”. Dunque, per piede diabetico s’intende non solo il piede ulcerato o infetto ma anche il piede privo di lesioni ma comunque a rischio di ulcerazione [1]. Attualmente, nonostante gli alti standards sanitari raggiunti dal nostro Paese, il piede diabetico resta ancora un problema sanitario di entità rilevante: si stima infatti che circa il 15% dei diabetici nel corso della propria vita è destinato a sviluppare una lesione a carico del piede, di questi una percentuale ancora troppo elevata va incontro ad interventi chirurgici demolitivi, ossia ad amputazioni minori (parte del piede) e maggiori (gamba – coscia). In Italia il numero delle amputazioni in media in un anno è pari a circa 8.0001, l’84% delle quali ha avuto come causa un’ulcera del piede che si è aggravata nel tempo. Tali amputazioni potrebbero essere sensibilmente ridotte (fino al 50%) se si mettessero in atto misure di prevenzione, che consistono nell’educazione del diabetico alla semplice cura quotidiana dei suoi piedi e in interventi di screening volti all’identificazione precoce dei fattori di rischio.
Il test di neuropatia diabetica col Biotesiometro è finalizzato alla diagnosi precoce di Neuropatia diabetica, una delle maggiori complicanze del diabete che, se non identificata per tempo e adeguatamente gestita, può portare allo sviluppo del Piede Diabetico. Lo screening per la diagnosi precoce di neuropatia con il Biotesiometro è indicato negli Standard Italiani di cura del Diabete Mellito del 2014 [2], ma spesso solo un’esigua percentuale di diabetici effettua il test con questo strumento. L’esame è semplice, veloce ed indolore e serve a misurare la sensibilità vibratoria a scariche elettriche di intensità crescente. La misurazione viene effettuata a livello del malleolo e sulla falange ditale del primo dito del piede, sia destro che sinistro: il piede viene ritenuto insensibile quando la soglia di percezione vibratoria supera i 25 Volt. Il deficit della capacità di avvertire le vibrazioni è predittivo di una futura ulcerazione. Lo screening con il Biotesiometro è indicato in tutti i soggetti con diabete di tipo 1 dopo 5 anni dalla diagnosi e in quelli con diabete di tipo 2 alla diagnosi; le successive valutazioni devono avere una cadenza annuale [3]. Oltre all’identificazione precoce dei fattori di rischio è fortemente consigliato anche il controllo frequente del piede in modo da monitorare gli eventuali sintomi e poter intervenire tempestivamente in caso di ulcere o altre complicanze. Il rispetto di alcune semplici norme di cura quotidiana può infatti contribuire notevolmente a prevenire e a ridurre le complicanze legate al piede diabetico. A seguire il decalogo a cura della Società Italiana di Diabetologia per la prevenzione e la cura quotidiana del piede diabetico [4]:
- Esaminare ogni giorno i piedi, in particolare la pianta, il tallone e tra le dita. Osservare se tra le dita la pelle è macerata, biancastra, e se le unghie tendono a incarnirsi
- Lavare i piedi ogni giorno, con acqua tiepida e un sapone delicato. Asciugarli bene con un asciugamano morbido, specialmente tra le dita. Non fare pediluvi prolungati o con sali: macerano o disidratano la pelle
- Dopo aver lavato i piedi, guardare se ci sono ispessimenti duri della pelle sul tallone o sui margini della pianta del piede. In questo caso, strofinare delicatamente le parti interessate con una pietra pomice naturale. Non utilizzare altre pietre o preparati abrasivi, come pure non usare callifughi per duroni e calli
- Dopo avere asciugato i piedi, massaggiarli con una crema idratante a base di urea, per mantenere la pelle elastica e morbida. Se, malgrado queste precauzioni, si continuano a formare ispessimenti e callosità alla pianta del piede, consultare il medico, perché potrebbe essere il segno di un cattivo appoggio del piede o di scarpe inadatte
- Evitare temperature troppo calde o troppo fredde e, di conseguenza, non utilizzare borse d’acqua calda o termofori. Se di notte i piedi sono freddi, indossare calze di lana. Meglio ancora, indossare calze di seta, sotto le calze di lana
- Non camminare mai scalzi, neppure in casa o in spiaggia. Indossare scarpe comode, evitare le scarpe con punta stretta o con tacchi alti, come pure le scarpe aperte e i sandali. Indossare le scarpe nuove per brevi periodi, fino a quando non si adattano bene al piede. Ispezionare con la mano l’interno delle scarpe prima di calzarle: potrebbero esserci corpi estranei, chiodini o irregolarità della tomaia
- Non indossare mai le scarpe senza calze. Indossare poi calze di giusta misura, senza rammendi e, possibilmente, senza cuciture. Cambiare calze e calzini ogni giorno. Non portare giarrettiere o elastici che stringano le gambe
- Tagliare le unghie dritte, non troppo corte, con un tronchesino a punte arrotondate. Non usare forbici appuntite e poi, per smussare gli angoli, utilizzare una lima a punta arrotondata.
- Non tagliare calli o duroni. Non forare le vesciche o le bolle con aghi. Coprire le ferite con garza sterile, da fissare poi con rete elastica o cerotto di carta. Non usare cerotti telati. Cambiare la medicazione almeno ogni giorno e osservare attentamente la lesione
- Seguire sempre le istruzioni del proprio medico e sottoporsi con regolarità alle visite podologiche
In conclusione, è fondamentale che i pazienti comprendano l’importanza della prevenzione, che come riportato dalle Linee Guida dell’International Working Group on the Diabetic Foot (IWGDF) 2015 [5], si basa essenzialmente su cinque punti fondamentali:
- identificazione del piede a rischio;
- ispezione periodica ed esame del piede sulla base della classificazione del rischio;
- educazione dei pazienti, familiari e personale sanitario;
- utilizzo di calzature adeguate;
- trattamento delle condizioni pre-ulcerative.
Solo le misure preventive, insieme con un rigoroso controllo metabolico e un cadenzato controllo clinico dei piedi, potrebbero garantire una riduzione significativa del tasso di amputazioni non traumatiche a carico degli arti inferiori.
I contenuti di questo articolo sono pubblicati solo a scopo informativo, pertanto non sostituiscono il parere del medico.
BIBLIOGRAFIA
- Associazione Medici Diabetologi (AMD), Società Italiana di Diabetologia (SID). Standard italiani per la cura del diabete mellito, 2018
- Associazione Medici Diabetologi (AMD), Società Italiana di Diabetologia (SID). Standard italiani per la cura del diabete mellito, 2014
- R. Anichini, F. Bandello, M. Baroni, G. Bax, F. Bellavere, C. Bianchi, F. Cavalot, A. Dei Cas, M. Garofolo, C. Irace, R. Lattanzio, M. Masulli, A. Natalicchio. Diabete, istruzioni per l’uso della Sid: per non esagerare in eccesso, ma neppure in difetto. Surgical Tribune, April 06, 2017
- www.siditalia.it
- Linee Guida dell’International Working Group on the Diabetic Foot (IWGDF) sulla prevenzione e management del piede diabetico: sviluppo di un consenso globale basato sulle evidenze, 2015.
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